Architettura e libertà di espressione: un’indagine necessaria.
Negli ultimi mesi, all’interno della comunità professionale e accademica che ruota intorno ad architettura, urbanistica, design e paesaggio, sono emerse alcune testimonianze e preoccupazioni riguardo al clima di libertà di espressione nel nostro settore.
In particolare, a seguito delle mobilitazioni internazionali in solidarietà con il popolo palestinese e della crescente attenzione verso la violazione dei diritti umani nei Territori occupati, alcuni professionisti, docenti e studenti hanno raccontato di aver vissuto — o temuto — forme di isolamento, censura, esclusione o pressione indiretta per aver espresso pubblicamente la propria posizione, partecipato a manifestazioni o affrontato il tema nelle proprie ricerche e pratiche progettuali.
Questo questionario nasce per comprendere la portata reale del fenomeno e per raccogliere, in forma anonima e tutelata, le esperienze di chi opera in Italia nei campi dell’architettura e delle discipline affini.
L’obiettivo è documentare la situazione deontologica e culturale in cui ci troviamo: capire se esistono limiti, paure o meccanismi di autocensura che ostacolano il diritto alla libera espressione, al dissenso e all’impegno etico della professione.
Crediamo che la libertà di parola e di ricerca sia parte integrante del mandato pubblico dell’architettura, e che il confronto su temi politici e umanitari — compresa la Palestina — non possa essere ridotto a una questione ideologica, ma riguardi la responsabilità civile e culturale di chi progetta lo spazio comune.
Raccontare significa rendere visibile ciò che troppo spesso resta sottotraccia.
Ogni testimonianza, anche minima, contribuisce a costruire un quadro condiviso da cui partire per chiedere tutele, rispetto e trasparenza.
Compilare il questionario è un atto di solidarietà e di cura collettiva.
Documentare è il primo passo per trasformare.